Nel mio lavoro, come nella vita, sono alla costante ricerca di un ideale di bellezza nel quale identificarmi, che sento vicino a me e al mio modo di vedere le cose.
Con la bellezza ci lavoro, ne vivo ogni aspetto: tutte le mie clienti sono interessanti proprio perché alla ricerca di un cambiamento, disposte a mettersi e rimettersi in gioco… Credo che il cambiamento sia donna, così come la capacità di adattarsi e l’attenzione al dettaglio. Ecco perché sono convinta che molte di voi sapranno cogliere la bellezza dell’imperfezione.
Quei difetti che spesso vi fanno soffrire, sono invece un segno distintivo e possono farvi sentire uniche.
Nelle mie letture e nella mia costante ricerca, mi sono imbattuta in una tendenza estetica che viene dal Giappone, il Wabi-sabi.
Decisamente controcorrente il Wabi- Sabi rispetto al messaggio occidentale sulla bellezza che invece è idealizzazione delle donne perfette, un modello che spinge a distruggere e ad alienare ogni forma di difetto. Una ricerca spasmodica di una omologazione ad un ideale di bellezza che qualcuno ha deciso essere vero, reale, e tutto ciò che si discosta da questo diviene automaticamente brutto, o comunque non bello.
Il Wabi-sabi desidera far emergere ciò che solo può incarnare un vero ideale di bellezza, l’unico ideale di bellezza possibile: l’unicità, la diversità, l’essere speciali nella propria singolarità.
Nella sua espressione completa il ”Wabi“, che suggerisce un’idea di bellezza discreta generata da un’imperfezione naturale, si fonde col “Sabi” che è un concetto di bellezza legata al passare del tempo: i difetti, il colore della pelle, le rughe… sono tutti segni di trasformazione, non di invecchiamento. Sono segni di vita, racconti, sono emozioni vissute, sono narrazioni del nostro vissuto, e come tale prezioso.
Ecco perché il Wabi-sabi è un ideale astratto di bellezza: semplice, irregolare, imperfetto.
Uno stile di vita più che un concetto.
Un modo di raccogliere, percepire e accettare il difetto e viverlo come unicità.
Perché è questo che siamo: esseri unici e irripetibili.
In opposizione all’idea moderna di produzione in serie, è un concetto che vive del “sono come sono” e si proietta nell’unico tempo che conta e merita di essere vissuto : il presente.
Differentemente al concetto di futuro in cui l’era moderna ci costringe a vivere , il Wabi-sabi si basa sull’incontrollabilità della natura, sulla sua completezza proprio grazie ai difetti, si adegua al passare del tempo, che non teme e che considera come valore aggiunto.
NASCONDERE I DIFETTI DEL VISO? MAI !
Quando osservo il viso di una donna, mi piace cogliere ogni segno in quel volto. Mi incanto e mi soffermo a leggere la sua storia che emerge da quei segni, dallo sguardo, dal modo in cui arriccia la bocca.
Perché ogni viso , ogni segno, ogni piccolo difetto… racconta una storia. Quei solchi chiamati “segni del tempo”, mi raccontano delle volte in cui quella persona ha riso, delle volte che ha pianto e di quante volte abbia dovuto corrugare la fronte a causa delle preoccupazioni. Quelle “imperfezioni” narrano più di ogni parola al mondo la complessa e meravigliosa storia di ognuno di noi. Non sono difetti, sono storie!
Così come i nostri volti, il Wabi-sabi racconta tutto : gli usi e gli abusi della vita.
E cancellare quelle rughe , significherebbe perdere un pezzo di noi . Significherebbe rinunciare a frammenti di vita, e di quello spirito che è oggi il frutto di quelle espressioni uniche e che fanno parte di chi siamo.. della nostra storia.
E’ forse questo l’ideale di bellezza e felicità? Passa davvero per l’altezza dei nostri zigomi? Per un corpo necessariamente magro e tonico ? Passa davvero attraverso parametri definiti dalle mode e da chi sceglie cosa sia la bellezza?
Mi basta osservare le donne che lo fanno, che si trasformano, che cancellano i difetti uno ad uno: sono spesso sole e incapaci di circondarsi di persone che le amano così come sono. Perché loro per prime non lo fanno. Perché se non impariamo ad accettare e amare i nostri difetti e i nostri segni distintivi, ogni volta che interverremo in modo massivo sul nostro corpo ci distaccheremo irrimediabilmente da ciò che siamo. E che sia chiaro che se distruggeremo la nostra storia, distruggeremo noi stesse.
Io credo che la bellezza risieda in molti luoghi, ma MAI nella rinuncia di chi siamo veramente. E ciò che siamo è quella parte unica e irripetibile del mondo, che proprio grazie alla sua eccezionalità fa la differenza.
A me non resta che augurarvi, anzi aiutarvi a trovare il vostro Wabi-sabi e a scoprire la bellezza dell’imperfezione… vivendo i vostri difetti perfetti!