C’era una volta una passione grande. Che fa parte della mia vita da sempre e alla quale non potrei mai rinunciare perché fa parte di me: il vintage.
Da qualche anno va tanto di moda, ma quando ho iniziato ad utilizzarlo io si chiamava “usato”. Si si, usato, ovvero quel capo lo ha indossato, ripetutamente, un’altra persona. Magari per anni, perché un tempo le cose duravano tanto. Un orrore, per tante persone.
Ma al di là di quella che è una mia prerogativa personale, che fa parte in maniera totale di me, in realtà utilizzo il vintage anche nel mio lavoro. Lo utilizzo come strumento di bellezza e di stile. Come strumento di unicità.
Il termine “vintage” originariamente identificava il vino d’annata che proprio perché invecchiato, era pregiato.
Oggi riguarda anche altri settori: abbigliamento, oggettistica, arredamento, ma per me il significato, sebbene associato ad altri tipi di oggetti, rimane esattamente lo stesso.
Vintage per me è un dono che arriva da passato. Qualcosa che ci racconta le storie di tante persone.
Quando ho per le mani un abito vintage la mia fantasia comincia a galoppare. Spesso, infatti, nei decenni scorsi ci si affidava alla sarta per confezionare gli abiti, soprattutto quelli più preziosi. Oppure si chiedeva alla mamma di realizzare quel capo tanto desiderato perché visto in un film o indossato dalla diva preferita. E così inizia a fantasticare sulla storia di chi lo ha tanto desiderato e indossato. Magari per la serata più importante della sua vita. Chi era? Che cosa faceva? Quale era la sua vita?
Indossare un capo vintage mi emoziona sempre. Amo le cose che hanno un’anima e che ci raccontano tanto di chi le ha possedute prima di noi. Io immagino tutto di queste giovani donne: come portavano i capelli, che scarpe e borse abbinavano, quali i loro sogni e i loro desideri.
Un abito vintage, così tanto caratterizzato per forma e modello, ci dà la dimensione di come ciò che si indossa condizioni in un certo senso anche il nostro modo di muoverci nel mondo.
Quando indosso un abito anni ’50 viene fuori la mia parte più femminile e romantica. Mi sento invece sbarazzina con un comodo e delizioso trapezio anni ’60. Fiduciosa in un futuro migliore quando vado in giro con i miei abiti anni ’70 e una perfetta “donna in carriera” in pieno stile Sigourney Weaver nell’omonimo film, con un capo anni ’80..
Ma non divaghiamo.
Nel mio lavoro incoraggio le mie clienti all’acquisto e all’utilizzo di abiti ed accessori vintage. Borse, bijou, cappelli e scarpe.
Perché dunque dovreste indossare un capo vintage o abbinare al vostro outfit, anche di tutti i giorni, un accessorio che arriva dal passato?
Per una marea di motivi. Eccone alcuni.
- La qualità. A parità di genere, quindi che si tratti di un abito per le occasioni speciali o per tutti i giorni, la qualità di un abito vintage è decisamente superiore. La stoffa è decisamente migliore, le rifiniture pure. Mi piacerebbe vedere quanti degli abiti realizzati oggi arriveranno indenni al 2080.
- L’unicità. Salvo che non facciate realizzare un abito disegnato da voi, o che non spendiate quei centomila euro per un abito Haute Couture, non c’è cifra che vi garantisca che l’abito che magari avete pagato svariate migliaia di euro non lo abbiano anche centinaia di migliaia di altre donne. Che problema c’è, direte voi. Beh, se lo si può accettare, personalmente a denti stretti, per i capi “usa e getta”, per la sottoscritta non è accettabile per un abito molto costoso. Tanto meno se ciò che sto cercando da un abito, tra le altre cose, è l’originalità.
- Adatto anche alle fisicità non convenzionali. Tutte le donne che non rientrano nelle fisicità moderne, trovano cose belle con molta più facilità. Donne formose, o piccole donne tascabili come la sottoscritta, avranno l’opportunità di indossare abiti adatti a loro senza dover passare per ritocchi a volte tanto invasivi da dover sostanzialmente smontare e ricostruire un capo.
A questi tre punti se ne potrebbero aggiungere tantissimi altri, forse però più soggettivi.
Tra le resistenze maggiori nell’indossare capi vintage il principale è il ribrezzo che molte persone provano all’idea che quell’abito sia stato già indossato.
Ma per caso quando provate nel camerino un pantalone avete la garanzia che chi lo ha provato prima di voi avesse l’intimo pulito? O che le ascelle della camicetta in seta che vi fa sentire tanto eleganti non siano state precedentemente ‘pezzate’ durante le numerose prove delle clienti che entravano in negozio sfuggendo alla calura estiva?
Fa davvero così tanta differenza? Acquistando in un negozio vintage serio, gli abiti sono tutti disinfettati. E se non vi fidate potere comunque portarli voi stessi nella vostra tintoria di fiducia prima di indossarli.
Volete davvero lasciarvi fermare da una tale inezia? Volete davvero rinunciare a indossare preziosi e meravigliosi capi con un’anima per un’insensata idea di igiene?
Il vintage, è vero, non è per tutte. Necessita del desiderio di andare oltre, di voler essere altro, di rifuggire come la peste l’omologazione imperante, necessita quindi di una visione della bellezza e dell’eleganza totalmente indipendente.
Ci si può però avvicinare al vintage piano piano. Cominciando ad esempio con l’ acquistare qualche accessorio come una borsa o un paio di orecchini. Già così darete tutto un altro respiro al vostro look.
E poi frugate nel baule della nonna o della mamma: troverete dei veri e propri tesori. Magari cominciare ad indossare capi appartenuti a persone a voi care vi farà superare l’iniziale resistenza.
Mixate mixate mixate, mi raccomando. Evitate i total look più adatti ad una festa a tema che ad un outfit quotidiano.
Iniziate, provate, giocate. Sono certa che tante di voi, come me, non potranno più farne a meno. Il rischio, voglio dirvelo per correttezza, è che guarderete i capi moderni con un occhio poco benevolo. Comincerete ad osservare le rifiniture e vi indignerete del fatto che un brand vi chieda magari 600 euro per una giacca che palesemente non li vale.
Vi abituerete alle cose belle e uniche. Ad avere un look solo vostro, un abito che non rischierete di trovare doppio ad una festa o un evento.
Insomma, se decidete di avvicinarvi voglio avvisarvi: il vintage provoca dipendenza.